Galleria Osvaldo Licini
Ascoli Piceno è una delle città simbolo delle Marche in cui amo tornare, soprattutto in inverno, per respirare l’atmosfera elegante e sofisticata che la caratterizza. “Città dalle cento torri”, con il centro quasi interamente costruito nel travertino,vanta una delle più belle piazze d’Italia e un gran numero di Palazzi medievali, campanili e conventi. In centro,in uno di questi complessi storici, ha sede la Galleria d’Arte Contemporanea intitolata a Osvaldo Licini, visionario artista nato nel 1894 proprio in questi territori. La galleria, fondata nel 2000 si trova nel convento di Sant’ Agostino e occupa il primo piano di una delle ali del chiostro. Uno spazio raccolto e suggestivo in cui sono ospitate le opere della collezione permanente che occasionalmente vengono affiancate da esposizioni temporanee. Ricordiamo “Il sopra-naturale in Chagall e Licini” (2001/2002) e “Da Tiziano a De Chirico” (2004) e “Qui non si canta nel mondo delle rane” (2015).
L’allestimento, che si sviluppa in ordine cronologico, dà modo al visitatore di ripercorrere con attenzione le tappe principali della vita e della carriera artistica di Licini. Sono presenti opere degli anni ‘20 che mostrano l’influenza del periodo trascorso a Parigi. Nei paesaggi marchigiani, che sono tra i soggetti prediletti dall’artista, si trovano suggestioni di Cezanne, Van Gogh e Matisse. Proseguendo nella visita si nota un netto cambio stilistico, e si incontrano una serie di piccole opere astratte in cui le linee e le campiture di colore richiamano alla mente Mondrian e Klee. La geometria per Licini, a differenza dei suoi maestri, è un elemento necessario a sviluppare una personale indagine delle spazio e della propria emotività. Lo strumento per alludere in maniera ironica alla realtà. Appartengono alla fase finale della sua carriera le Amalassunte e gli Angeli ribelli, testimonianza di una ulteriore svolta nella carriera che lo vede vicino al surrealismo.
Terminata la sezione dedicata al Maestro Marchigiano si passa alla sala che raccoglie opere di importanti esponenti della scena internazionale. Questa sezione, sebbene allestita in posizione defilata, è molto interessante e permette di leggere con immediatezza la relazione tra le sue opere e quelle di artisti contemporanei in un continuo scambio di influenze e suggestioni. Terminata la visita al piano inferiore è poi possibile salire verso il soppalco, a cui si accede dalla prima sala. Questo spazio ospita la collezione dedicata a Tullio Pericoli, altro importante autore e illustratore marchigiano. Nello specifico il museo espone una serie di 50 bozzetti realizzati nel 1988 in vista dell’esecuzione dei dipinti per la Sala Garzanti, progettata da Giò Ponti. I disegni preparatori per le due lunette e le due fasce laterali (per un totale di circa 50 metri quadrati) mostrano ritratti di autori e letterati, simbologie legate al mondo editoriale e brevi testi sempre accompagnati sullo sfondo dai profili dei colli marchigiani. In coda alle opere, nella parete frontale si trova,inoltre, uno degli ultimi paesaggi dipinti da Pericoli.