Intorno a Satie
Con la mostra Intorno a Satie. Omaggio creativo a 150 anni dalla nascita Riccardo Toccacielo invita il visitatore ad immergersi in un percorso dedicato a Erik Satie. Le opere presenti sono un dichiarato omaggio nei confronti del compositore e ripercorrono i punti fondamentali del pensiero di colui che, ancora oggi, viene ricordato come uno dei musicisti più eterogenei e complessi della storia. Le opere di Riccardo sono nate per passione e alimentate dalla pura ammirazione, tradotte in un linguaggio semplice ma che allo stesso tempo richiede attenzione per essere compreso. Un sottofondo musicale che intuiamo provenire dalle sale vicino, crea la giusta atmosfera per approcciare alla prima opera composta da un cubo in plexiglass decorato da frasi. Si tratta di suggerimenti che lo stesso Satie annotava in cima ai suoi spartiti, ma al posto degli accademici “adagio” o “allegro” scriveva “non si tormenti”, “prenda un’aria sciocca” e “ricominci facendo finta di niente”. Erano come delle ricompense che Satie rivolgeva all’esecutore, una sorta di dono che lo stesso Toccacielo ha voluto cristallizzare e fermare all’interno di un cubo che per antonomasia richiama la forma del pacco regalo. Il percorso prosegue nella sala accanto dove la musica si fa sempre più intensa ma prima di scoprirne la fonte si è attratti da due opere agli antipodi che, in un linguaggio decisamente più enigmatico, ci parlano delle influenze, passioni e curiosità di cui la vita di Satie era morbosamente caratterizzata; come la passione per gli ombrelli abbinata all’amicizia che per diverso tempo l’ha legato a Man Ray. Poi c’è il bianco, la pulizia, la rottura con il mondo accademico simboleggiato da una complessa architettura di cornici che circondano un bianco intreccio volto a significare la semplicità e la direzione verso un’avanguardia che Satie, al tempo, immaginava. Avanguardia che si rispecchia nel salotto sonoro che incontriamo subito dopo e che finalmente ci svela la fonte musicale. Il salotto, comprensivo di tutti i classici elementi, ci appare come un readymade, un prodotto industriale che l’artista perugino ha voluto comporre per rappresentare la musica d’ambiente di cui Satie si è dimostrato precursore. Musique d’ameublement, una musica non impegnata, con il solo scopo di intrattenere. Da ogni elemento fuoriesce una composizione musicale circondando il visitatore che può decidere se fermarsi, magari sedendo sulle poltrone per avvertire da vicino le vibrazioni sonore, o proseguire, rafforzando così l’idea di quella musica che non vuole rubare l’attenzione. Ciò che invece ruba l’attenzione è il quadro sonoro composto da 840 casse che incessantemente ripetono le Vexations, una delle composizioni più importanti di Satie. Probabilmente quando lo stesso Satie annotò sopra lo spartito della Vexations “per ripetere a se stessi 840 lo stesso motivo sarà bene prepararsi con delle serie immobilità e nel più completo silenzio” non intendeva prendersi sul serio, ma chi al contrario ha letteralmente tradotto queste indicazioni in un atto performativo è stato John Cage. Nel 1963 l’artista americano organizzò una performance sotto forma di concerto dove le Vexations vennero suonate per 840 volte, creando un evento lungo ed estenuante a cui pochi riuscirono ad assistere. La ripetizione che annulla il significato, la musica che diviene come un mantra, un qualcosa di ipnotico destinato a pochi. Toccacielo invece decide di destinare questa straordinaria composizione a tutti, citando sia Cage che Satie allo stesso tempo, unendo in un articolato intreccio manuale le mini 840 casse da dove simultaneamente esce la Vexations. In mostra troviamo anche un’opera che rispecchia l’aspetto più ascetico e solitario di Satie, il quale fondò una personale religione dove ogni cosa, dal simbolo ai vestiti, fu creata e gestita da Satie stesso. “Se devo essere discepolo di qualcuno non posso esserlo che di me stesso”, partendo da questa citazione Riccardo aziona un vero e proprio altare votivo nel quale, circondato da frizzanti lumi elettrici, troneggia il simbolo a doppia croce della chiesa immaginata da Satie. Il percorso si conclude con “Erik”, un mezzo busto ritraente le sembianze del musicista realizzato con l’utilizzo di vinili modellati ad hoc. Anche se il busto è stato posizionata come figura conclusiva del percorso, in realtà ci troviamo di fronte all’opera che ha dato il via a tutto l’atto creativo di Toccacielo dedicato a Satie, infatti si tratta del primo omaggio realizzato dall’artista, ritraendo la forma fisica come gesto semplice ed immediato, ma proprio per questo il più spontaneo e veritiero. Unendo così l’amore per i vinili, che da sempre accompagna Toccacielo, alla passione per Satie. Musica con musica, rendendo così visibili due passioni in una.
INTORNO A SATIE. Omaggio creativo a 150 anni dalla nascita Artista: Riccardo Toccacielo Museo Civico di Palazzo Penna, Perugia 14/12/2016 – 8/01/2017