Paolo Icaro, Unending Incipit
Credere alle favole, o al loro ipotetico inizio, è ancora possibile. Ce lo dimostra Paolo Icaro che con fare intimo e faceto narra di uno spazio fisico e mentale. Complici di questa narrazione i curatori Davide Ferri e Saverio Verini, che con la parola “Incipit” suggeriscono tanti tempi e potenziali racconti. Un unicum per Città di Castello (Perugia) e la sua storica Pinacoteca che accetta la sfida della materia di Icaro stabilendo nuove storie di relazioni tra corpo e geometrie, superfici e instabilità. Abbiamo a che fare con una scultura che cerca un luogo e un modo in cui stare, in costante divenire e sfuggendo a ogni certezza. Proprio nel Giardino all’italiana dieci pagine di quercia spezzano l’orizzontale rigore rinascimentale a favore di una verticalità nomade. Due ordini, un’apparente tensione. Corpo che si prolunga verso infinite possibilità, non sarà mica l’inizio della favola? Proprio così. Allo spettatore non resta che proseguire con leggerezza. La parola suggerita o scritta sollecita e stabilisce un dialogo. Difatti il filo rosso che connette ogni stanza è rappresentato dalla serie Racconti: cinque racconti, cinque anni diversi, cinque materiali ripetuti e variabili.