Pamela Rosenkranz – GAMeC
C’è un ambiente all’interno dell’ex convento, oggi Museo GAMeC, che risplende di una luce surreale, quasi extraterrestre. E’ la luce emanata dall’opera Alien Blue Windows, di Pamela Rosenkranz, artista svizzera la cui personale sarà aperta al pubblico dal 6 maggio al 30 luglio. Sette lightboxes esattamente speculari alle finestre dell’edificio invadono prepotentemente lo spazio con le loro avvolgenti frequenze luminose. Lo spettatore, appena entrato nello Spazio Zero, perde la cognizione del tempo. Non percepisce più il riferimento della luce solare, ma soltanto una fonte luminosa costante, onnipresente, alienante più che aliena.
La pervasività del blu – colore ormai da tempo oggetto di approfondite e pluridisciplinari ricerche da parte dell’artista – rimanda sicuramente ad un’esperienza subacquea, quasi prenatale. E forse è proprio questo richiamo ad una dimensione primordiale della vita a rendere l’esperienza dell’opera così coinvolgente. Si crea inoltre un contrasto fra naturale ed artificiale, fra un cromatismo figlio della tecnologia e i flebili riflessi dei raggi del sole provenienti dall’esterno. I lightboxes, tuttavia, non sono l’unico elemento presente nello spazio. Di fronte ad essi vi sono i dipinti della serie Creation, Deterioration, Conservation. Si tratta di stampe ottenute a partire da immagini reperite sul web, le quali rappresentano riproduzioni dell’opera di Giovanni Bellini Miracolo della croce caduta nel canale di San Lorenzo, a testimoniare il profondo interesse di Pamela Rosenkranz per l’arte rinascimentale. Così la contemporaneità e la triviale quotidianità del nostro cercare immagini, confluiscono nella sacralità dell’evocazione della pittura rinascimentale. Le stampe però, non sono immediatamente leggibili: su di esse sono stati apposti diversi strati semitrasparenti di polimeri e pigmenti di un particolare colore rosa – anch’esso oggetto di numerose ricerche dell’artista, basti pensare all’opera presentata alla 56° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (2015), Our Product. Tale tonalità di rosa è stata ottenuta considerando una media fra il colore della pelle di diverse popolazioni europee: il risultato è una nuance che ricorda l’incarnato che veniva conferito alle delicate figure della pittura rinascimentale.
I quadri della serie Creation, Deterioration, Conservation, mettono così in scena un gioco di sovrapposizioni ed interferenze: fra la stampa al di sotto degli strati di vernice e fra il tutto costituito dalla stampa e dalla vernice e i riflessi blu provenienti dai lightboxes. I confini fra le opere diventano sempre più sfumati: siamo al cospetto di un unico ambiente immersivo, nel quale lo sguardo si perde in una dimensione che pare quasi sovratemporale. Eppure essa è sempre ancorata alla storia. Il contemporaneo e le sue radici si fronteggiano, si confrontano, si confondono.
All art has been contemporary.
PAMELA ROSENKRANZ. Alien Culture A cura di: Sara Fumagalli e Stefano Raimondi GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, Bergamo 6/05 – 30/07/2017[/tg_small_content]