Floating Dream
Di fronte ad una pagina bianca mi sono chiesta quanto sia veramente possibile raccontare un’esperienza e renderla viva non solo nella sua immagine “fisica” ma soprattutto nelle sue sensazioni. The Floating Piers è la storia di un sogno che prende forma dopo anni di gestazione sulle acque del Lago d’Iseo. Un sogno condiviso, una fiamma che non smette di ardere e va oltre ai limiti terreni della vita. Nasce dallo scontro e dall’incontro fra due mondi che vibrando all’unisono creano un’intimità viscerale propria solo delle affinità elettive. E’ per questo che Christo continua a parlare al plurale quando presenta i suoi progetti nonostante la scomparsa della sua compagna di vita e d’arte Jeanne-Claude.
Assieme, negli anni ‘70, propongono la costruzione di questi moli galleggianti sul Rio de la Plata in Argentina e nel ‘96 nella baia di Tokio ma le autorizzazioni, spesso molto difficili da ottenere per queste installazioni monumentali, portano ad un rallentamento del progetto. Oltre 40 anni dopo, Christo e Jeanne-Claude ritornano in Italia per concretizzare il loro sogno. E’ così che The Floating Piers prende forma. 70.000 metri quadrati di tessuto giallo dalia cangiante che dalle vie di Sulzano si estendono lungo un sistema modulare di pontili galleggianti formato da 200.000 cubi di polietilene ad alta densità agganciati al fondo da 140 ancore.]
A differenza di molti land artists che solitamente operano in territori inabitati, Christo e Jeanne-Claude, prediligono luoghi socializzati portando le loro opere a dialogare non solo con il paesaggio ma intrecciandosi anche con la vita delle persone in una nuova dimensione estetica. The Floating Piers è un’opera sensibile che si basa sul camminare come esperienza fisica e sensoriale che rifugge la mediazione delle parole e necessita di essere vissuta in prima persona. Non si tratta quindi di porsi come degli spettatori di fronte ad un’opera ma di “viverla” in un percorso che dai colli sopra Sulzano, da cui si può godere di una vista aerea sull’opera, conduce fra le vie del piccolo paese, a contatto con gli abitanti del luogo. Il tessuto cangiante increspato che si dipana lungo le vie e le sponde come una coltre di neve destinata a scomparire, accompagna il visitatore lungo una passerella fluttuante dai bordi degradanti. Un ponte sia fisico che metaforico che collega Sulzano e Montisola fino all’isolotto privato di San Pietro. L’esperienza della fluidità dell’acqua sotto i piedi nudi in contrasto con la stabilità e solidità della terra, è qualcosa di intraducibile.
L’operare fuori dagli spazi elitari delle gallerie e dei musei porta gli artisti ad agire in una dimensione politica tanto che The Floating Piers è volutamente pubblica e gratuita. Il progetto è stato completamente auto-finanziato dall’artista grazie alla vendita dei bozzetti preparatori. Gli stessi collezionisti non acquistano quindi semplicemente un’opera d’arte ma diventano parte del suo lavoro finanziando la trasposizione di un’idea in un’entità tangibile seppur effimera. The Floating Piers ha abitato il Lago d’Iseo per un periodo volutamente limitato nel tempo (16 giorni). Una volontà di non monumentalizzare un’idea, un sogno, attraverso una traccia indelebile del proprio operato ma lasciando solo il ricordo di un’emozione.
L’essere umano sogna solo per non smettere di vedere. E potrebbe anche darsi che la luce interiore fuoriesca un giorno da noi così da non averne bisogno d’altra. – Goethe
The Floating Piers, Lago d’Iseo, Italia (2014-2016) – Foto: Wolfgang Volz – © 2016 Christo
THE FLOATING PIERS Christo e Jeanne-Claude Lago d’Iseo, 18 giugno – 3 luglio 2016